Una degustazione che ha raccontato una terra e il suo mare!
Questo il ricordo che ha lasciato nel cuore l’incontro con l’azienda Tenute Rubino protagonista dell’ultima Wine Experience organizzata dall’AIS Bari il 23 novembre u.s., condotta dal Dott. Francesco Campione.
Come tutti gli approfondimenti dedicati ad una singola azienda, anche quello che ha visto protagonisti i vini di Tenute Rubino, è stata l’occasione per ripercorrere la storia di una famiglia, le tradizioni di un territorio, la sfida delle nuove generazioni per mantenere il legame con il passato, guardando tuttavia al futuro.
Su questi temi si è sviluppato l’appassionato racconto del Dott. Luigi Rubino, graditissimo ospite della serata, titolare e rappresentante dell’azienda, il quale con passione e orgoglio ha ripercorso la storia di Tenute Rubino a partire dalla metà degli anni ’80, allorquando suo padre Tommaso fonda la originaria azienda, nella quale, al vino, si affianca una ampia produzione agricola.
Ma Luigi, che dai nonni paterni, grandi esperti ed appassionati, ha ereditato l’amore per il vino di qualità, decide di conferire all’azienda un volto nuovo.
E così, studente universitario, comincia a girare e visitare le più importanti zone vinicole del mondo, alla scoperta dei segreti e dei successi di aziende vicine e lontane.
In questo percorso, l’intuizione vincente è di quella di “riscegliere” il territorio, le tradizioni del luogo, i vitigni della zona.
Nasce così l’impronta dei vini di Tenute Rubino, che del terroir sono espressione netta e potente, inconfondibile testimonianza di un elemento che li caratterizza tutti, ovvero il mare.
L’azienda è infatti costituita da quattro tenute che si estendono nei pressi della città di Brindisi fino a toccare le onde dell’Adriatico, di cui respirano la brezza e lo iodio.
Le viti affondano le loro radici nel terreno sabbioso e da questo particolare habitat i vini acquisiscono eleganza e finezza nonché uno stile tutto proprio che, il Dott. Rubino, ha giustamente descritto come “diverso” dal consueto stile pugliese.
Come raccontato brillantemente dal Dott. Campione, il vero protagonista della produzione di Tenute Rubino è il Salento con i suoi vitigni, il Negromaro, il Sussumaniello, il Primitivo, le Malvasie.
Tra questi, il vitigno emblema dell’azienda Tenute Rubino è il Susumaniello.
Per lungo tempo la coltivazione di questo vitigno, di probabili origini dalmate, fu abbandonata a causa della sua vigoria produttiva tendente a diminuire drasticamente con il susseguirsi delle vendemmie; queste caratteristiche lo resero vino “da taglio”, destinato al mercato del Nord Itali, grazie anche al suo colore carico determinato da una forte presenza di antociani.
Ma il Susumaniello è anche un vitigno estremamente versatile che offre il meglio di sé proprio nei terreni sabbiosi, vicini al mare.
L’azienda Tenute Rubino, prima tra tutte, ha saputo cogliere questa versatilità, producendo varie tipologie di Susumaniello, tutte oggetto di degustazione durante la serata.
A partire dal Sumarè metodo classico rosato Susumaniello 2013,un metodo classico 36 mesi, millesimato, prodotto sul mare. Dal colore ramato, arricchito da spuma fine e persistente, al naso si caratterizza per esplosione di frutto croccante, ciliegie e melagrana, leggere note floreali ed un ampia “folata” salmastra; in bocca piacevole la pungenza e la sapidità, con persistenti ed eleganti ritorni di frutta.
Prodotto sempre da Susumaniello in purezza, vinificato in rosato, il Torre Testa Rosato Susumaniello 2017, ha colpito per il suo colore “cipolla” e per il suo naso complesso, a partire dai sentori di ciliegia e frutti di bosco, quindi di macchia mediterranea, di rosmarino, in uno alla tipica nota iodata conferita dalla vicina presenza del mare; il sorso è caldo, rotondo, ben bilanciato da freschezza e sapidità, equilibrato e fine.
La degustazione di Susumaniello è stata completata da Oltremè Susumaniello Rosso 2016.Vinificato in acciaio al fine di conservare il suo carattere, questo Susumaniello viene coltivato nelle tenute Jaddico e Giancola, le più rappresentative dell’azienda e del territorio. Vino dedicato alla Sig.ra Romina Leoparsi, compagna di vita e di lavoro del Dott. Rubino, avvolge l’olfatto con nitidi sentori di ciliegia e more, arricchiti da una bella nota balsamica; al palato è piacevole ed equilibrato, con tannini morbidi e domati, con ritorni netti di frutto dolce.
Ma la valorizzazione dei vitigni autoctoni perseguita dalla azienda Tenute Rubino riguarda anche i vitigni a bacca bianca, ed in particolare la Malvasia Bianca.
E infatti nettamente identitaria ed autentica si è presentata Giancòla Malvasia bianca 2017.
Prodotta solo nelle annate migliori da viti di circa 38 anni, a partire dal 2004 viene vinificata senza l’uso del legno e senza manolattica, maturando otto mesi in acciaio e quindi otto mesi in bottiglia. Colore cristallino, bella consistenza, ha un naso intenso e complesso, svelando in successione sentori di ginestra, iris, frutta esotica, note agrumate, note iodate; il sorso è avvolgente, suadente, voluttuoso, ben bilanciato da freschezza e dalla caratteristica nota sapida e salmastra.
Un po’ più in alto rispetto al livello del mare, viene coltivato l’altro vitigno principe del Salento, ovvero il Negroamaro. Il Miraglio Brindisi Doc Negroamaro 2016 presenta una bella trama rubino, piena ed impenetrabile, che ben si fonde con il suo naso di ciliegia sottospirito, a cui segue la nota speziata, conferita dalla maturazione in tini tronco-conici per 5 mesi, in particolare di pepe, tabacco, liquirizia e cuoio. Al palato è caldo, morbido, caratterizzato da tannini eleganti, lungo e persistente.
Arricchito da una piccola percentuale di Susumaiello, lo Jaddico Brindisi Doc Riserva 2015, è un negroamaro che esprime tutta la tipicità del Salento ed in particolare della Doc Brindisi, unica a caratterizzarsi per questo particolare blend.
Allevato nell’omonima tenuta Jaddico, a ridosso del mare, su terreno sabbioso, ha un colore impenetrabile, al naso note di prugna, cioccolato, chiodi di garofano e pepe nero; il sorso è fine, elegante, equilibrato, vivace e sapido, il tannino vigoroso, ma ammaliante.
Non poteva mancare, per concludere, il Visellio Primitivo 2015. Energico e possente, questo primitivo ha colpito per il suo naso intenso ed ampio, in cui i sentori di confettura di frutti rossi che si fondono con le spezie, con i sentori tostati, note balsamiche ed eteree. Al palato è caldo, in buon equilibrio tra morbidezza, tannini importanti ed acidità.
Al termine della serata, infine, nell’entusiasmo e soddisfazione dei presenti, il dott. Rubino ha ringraziato calorosamente l’Ais Bari ed il Delegato Cav. Raffaele Massa per l’organizzazione delle serata e per l’importante e determinante ruolo svolto nella divulgazione e nella conoscenza del territorio pugliese e dei suoi vini.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Bari