E’ stata una edizione da record quella appena conclusasi!
Con la partecipazione di oltre mille persone, 68 aziende e 250 etichette, Bianca di Puglia 2018 si conferma la più grande kermesse dedicata ai vini bianchi pugliesi, vantando una fama che ormai supera i confini regionali ed attestandosi come l’unico evento di promozione del settore.
Ideata e organizzata dall’ AIS BARI ed in particolare dal suo Delegato Cav. Raffaele Massa, quella del 2018 è stata la quinta edizione, rinnovata, ampliata e arricchita da nuovi spunti di approfondimento e soprattutto di assaggi.
Sono trascorsi cinque anni da quando il Delegato Lello Massa intuì che era giunto il momento di valorizzare e promuovere la conoscenza di quella parte della produzione vinicola pugliese meno nota per ragioni storiche, ma non per questo meno significativa.
Nacque così Bianca di Puglia, grande festival dei vini bianchi pugliesi patrocinato dalla Regione Puglia, Comune di Bari, e Assessorato alla Cultura, avente lo scopo primario di sostenere le aziende pugliesi hanno scommesso nella produzione dei vini bianchi, arricchendo il panorama dell’offerta in Italia e nel mondo.
In realtà, la ricca gamma di vini bianchi pugliesi è rappresentata non solo da vitigni autoctoni, ma anche da numerosi vitigni cd. internazionali, impiantati nella nostra regione con risultati di pregio, senza però perdere la connotazione di territorialità.
E proprio a questa tema è stato dedicato il convegno, che ha preceduto l’apertura dei banchi di degustazione, dal titolo“Dal vitigno nato e quello impiantato: territorialità ed integrazione”.
Dopo il saluto del Delegato Lello Massa che ha sottolineato lo scopo della manifestazione, e dopo l’intervento dell’Assessore alla Cultura del Comune di Bari Silvio Maselli, il quale ha rinnovato la propria gratitudine all’AIS BARI, il tema è stato introdotto e sviluppato dalla Sommelier Relatrice AIS Teresa Garofalo.
Attraverso un intrigante e dettagliato excursus, la Dott.ssa Garafolo ha evidenziato quanto sia complessa la definizione e soprattutto l’origine autoctona di un vitigno.
Certamente la storia del territorio vinicolo pugliese documenta di tre grandi aree, la Daunia, patria del Bombino e poi del Trebbiano, la Peucetia, con il Bianco di Alessano e la Verdeca e la Messapia, prima zona deputata all’allevamento dei vitigni alloctoni.
Ma, altrettanto certamente, le numerose modifiche ambientali susseguitesi nel corso dei secoli, quali le calamità del Medioevo e la più nota filossera alla fine del XIX secolo, hanno cambiato la viticoltura, nel mondo e anche in Puglia, introducendo nuovi vitigni e imponendone il conseguente adattamento ai mutamenti climatici e territoriali.
E allora la domanda è nata spontanea: autoctoni si nasce e o diventa?
Sull’onda di questa provocazione, hanno portato la propria testimonianza ed esperienza i numerosi ed autorevoli ospiti presenti.
Il Dott. Gianni Cantele, della Cantina Cantele, ha raccontato l’esperienza della propria azienda, ed in particolare di suo padre, il quale tra i primi in Puglia scommise sulla produzione dello Chardonnay, per “testare” il territorio salentino.
Il Dott. Lino Carparelli, enologo, ha ricordato che l’introduzione negli anni ’70 dei primi vitigni internazionali, quali Chardonnay e Sauvignon Blanc, diede un forte contributo anche allo sviluppo di quelli autoctoni, i quali continuano ad essere oggi la strada maestra per affrontare il mercato internazionale.
Il Dott. Girolamo D’Amico, della cantina D’Araprì, ha raccontato la storia del Bombino bianco e di come questo vitigno, traino dell’economia nella zona di San Severo, dopo un periodo di oscuramento, negli anni ’70 fu recuperato dalla sua famiglia e valorizzato attraverso il processo di spumantizzazione.
Il Dott. Sebastiano de Corato, della cantina Rivera, ha ricordato le prime esperienze della propria azienda nella produzione di Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot Bianco, determinata negli anni ’70, dalla necessità commerciale di offrire prodotti che il mercato cominciava a richiedere sempre di più.
Un prezioso contributo è stato infine fornito dal Dott. Giuseppe Baldassare, Sommelier e Relatore Ais, che ha presentato la sua ultima creazione letteraria, dedicata proprio ai vini bianchi di Puglia, “Sorsi di Luce, Canti del vento, della terra e del mare”.
E, sorpresa tra le sorprese, il Dott. Baldassare , ripercorrendo i vari luoghi e gli eventi storici della nostra Regione, ha scoperto che la Puglia è una delle regioni con il numero più elevato di vitigni a bacca bianca.
Infatti, ai più noti, Bombino, Verdeca, Pampanuto , Bianco d’Alessano, Minutolo, Greco, Aleatico, Moscati e Malvasie, si affiancano Maresco, Moscatello, Maruggio e una infinità di altri vitigni minori, in parte già recuperati, e, in grande parte ancora da recuperare.
Questo obiettivo, ovvero legare sempre di più la produzione vinicola al territorio, è stato, dunque, il trait d’ union che ha accumunato i vari interventi e l’auspicio con cui il Presidente Regionale Vito Sante Cecere ha espresso i saluti finali, congedando i presenti ed invitandoli a raggiungere la magnifica terrazza del Fortino di Sant’Antonio.
Qui, tra i banchi di assaggio e tra i numerosi sommelier addetti alla mescita, migliaia di calici scintillanti di giallo si sono levati al cielo, in un brindisi ideale alla nostra Puglia, e in un clima di cordialità, amicizia e festa che solo Bianca di Puglia sa creare.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Bari