Esclusiva ed imperdibile occasione di conoscenza, formazione e approfondimento per esperti, appassionati e wine lovers! Questo è stato il Seminario organizzato dalla Delegazione AIS di Bari il 29 novembre presso l’Hotel Palace, dal tema “L’identità olfattiva dei grandi vini rossi di Bordeaux”.
Un grande lavoro di squadra, che ha visto impegnata tutta la Delegazione barese e soprattutto il Delegato Cav. Lello Massa, ha consentito l’organizzazione di un evento la cui eco ha raggiunto l’intera regione.
Ad impreziosire il già prezioso tema, è stata la presenza e conduzione da parte del Prof. Luigi Moio, uno degli studiosi più noti ed esperti del settore, docente di Enologia presso l’Università degli Studi di Napoli, il quale ha dedicato la sua carriera alle componenti odorose del vino e a i suoi profumi, pubblicando più di 200 lavori scientifici sul tema.
Con il Prof. Moio, l’Ais Bari, ha da tempo stretto un rapporto di conoscenza e stima, avendo avuto l’onore e il piacere di ospitarlo come relatore in tre precedenti eventi, anch’essi dedicati ai profumi del vino.
Ebbene, nel seminario appena conclusosi, il prestigioso relatore ha affascinato la gremita sala dell’Hotel Palace raccontando, a mezzo di riferimenti scientifici e al contempo emotivi, l’identità olfattiva di un vino che è mito, leggenda e agognato desiderio.
Città, zona vinicola e vino, il termine Bordeaux è sinonimo di identità, prestigio ed eccellenza in tutto il mondo.
Esteso per 120.000 ettari vitati, il territorio di Bordeaux è caratterizzato da una grande parcellizzazione, cui si collegano i numerosi ed affascinanti Chateaux.
La prima e ancora immutata classificazione venne adottata nel 1855 per i vini del Mèdoc e si basa sui Crus Classés, suddivisi in categorie dalla prima alla quinta; il sistema di classificazione per i vini della Graverisale invece al 1953 e prevede la menzione Cru Classé, attribuita ai vini considerati di qualità superiore; la zona di St-Emilion venne classificata nel 1954 e suddivisa in Premier Grand Cru Classé, Grand Cru Classé e Grand Cru; infine, oltre alle suddette classificazioni, riguardanti i vini più pregiati e famosi, esistono poi numerosi altri Châteaux, i cui vini, sono classificati come Cru Bourgeois.
Come ha raccontato dal Prof. Moio, questa zona deve il suo prestigio enologico alla natura e all’uomo.
La zona di Bordeaux è attraversata dal 45° parallelo e gode delle correnti che si sviluppano tra il fiume Gironda e i suoi due affluenti, cui si aggiunge la corrente del Golfo proveniente dall’Atlantico; l’umidità è contemperata dalla foreste a Sud, mentre il terreno in parte ghiaioso e in parte ciottoloso assicura un eccellente drenaggio dell’acqua.
Alle particolari condizioni ambientali e climatiche si aggiunge, poi, l’intuizione dell’uomo, il quale ha saputo piantare la “vite giusta” nel “posto giusto”. Ha spiegato il Prof. Moio “i grandi vini si fanno ove la pianta è in perfetta sintonia con il suolo”, ed in ciò sta la grandezza dei vini di Bordeaux, ovvero nella perfetta interazione dei vitigni Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon con il clima ed il terreno.
Ma l’alchimia del Bordeaux sta nell’assemblaggio dei vini che lo compongono.
Il taglio Bordoleseè un modello costante, comunicato al mondo, che identifica una precisa ed inconfondibile identità sensoriale ed olfattiva, nel quale Merlot,Cabernet France Cabernet Sauvignon, in piccola parte a volte anche Petit Verdot, vinificati separatamente, si combinano tra loro, in percentuale diversa a seconda delle annate, conferendo al vino caratteristiche uniche di tipicità e perfezione.
Il Merlot è ricco di colore, presenta tannini dolci, ha un gusto morbido e rotondo necessario a stemperare i sentori erbacei del Cabernet Franc, mentre il Cabernet Sauvignon dona corpo e struttura al Merlot con i suoi tannini.
L’arte dell’assemblaggio ha naturalmente i suoi effetti anche sull’aroma del Bordeaux, consentendo ai sentori di frutti rossi dolci tipici del Merlot di ammorbidire i toni vegetali del Cabernet Sauvignon, in perfetta sintonia con le note mentolate del Cabernet Franc.
Ne nasce una identità olfattiva armoniosa, ovvero, secondo la definizione che ormai tutti conoscono e coniata dal Prof. Moio, un vino orchestrale.
La degustazione ha consentito di riscontrare nel bicchiere la grandezza di questo vino; magistrale il servizio dei Sommelier di Ais Bari.
Attraverso le 14 etichette degustate, il Prof. Moio ha condotto un viaggio nelle varie zone del territorio di Bordeaux.
A cominciare dal Haute Medoc,dove si trovano le AOC più famose, corrispondenti ad altrettanti comuni: MARGAUX, di cui sono stati degustati Château Giscours 2016, dal colore compatto, il naso pulito, grande morbidezza al palato e Château D’Issan 2016, più speziato e più tannico, prodotti entrambi prevalentemente con Cabernet Sauvignon, inconfondibili per eleganza, pulizia olfattiva e persistenza; ST. JULIEN, di cui sono stati degustati Château Beychevelle 2016,dal colore impenetrabile, naso pungente, sorso denso e Château Du Glana 2016, tripudio di marasca al naso e tannino evidente al gusto; PAUILLAC, di cui sono stati degustati Château Pichon Longueville Baron 2016, naso compatto, sorso lunghissimo e tannini setosi, eChâteau Lynch Bages 2016,perfetto equilibrio di frutti rossi e note speziate con un sorso lunghissimo, entrambi sicuramente i più potenti in degustazione; ST. ESTEPHE, di cui sono stati degustati Château Tour De Pez 2016, tripudio di note di cacao e cioccolato al latte e Château Phelan-Ségur 2016, nel quale invadenti note di resina e tostatura hanno conferito un finale amaro.
Dopo l’Haute Medoc, è stata la volta della GRAVES, di cui sono stati degustati Château Bouscaut 2016, ricco di note speziate e bella morbidezza e Grand Enclos du Château de Cerons 2015, con gradevoli sentori mentolati e tannini che asciugano il palato.
Quindi, la degustazione si è spostata nella zona di ST. EMILION, di cui sono stati degustati Château Fonroque 2016, dal colore più evoluto, il naso di frutta matura, il sorso vellutato tipico del Merlot che in questa zona trova la sua massima espressione, e il Château Pavie Macquin 2016, dal colore scuro ma luminoso, con piacevoli ritorni di liquirizia al palato.
Infine, il viaggio nel territorio di Bordeaux si è concluso nella zona di POMEROL con Château Clinet 2016, dai tipici sentori mentolati e tannini fitti, e Château Saint Jacques 2016, più fruttato e morbido.
Ebbene, se conoscere il vino è un modo per bere con maggior piacere, certamente quello che il Prof. Moio ha brillantemente raccontato del Bordeaux, consentirà di vivere ancor più intensamente le emozioni che questo grandissimo vino regala.
Maria Carmela Santoro
Sommelier AIS Bari