Ripartono, dopo la pausa estiva, gli incontri di formazione e degustazione organizzati dalla AIS Delegazione di Bari. Fedeli seguaci e nuovi adepti si sono ritrovati numerosissimi, per questo primo appuntamento, il giorno 19 ottobre presso l’Hotel Palace di Bari, dove un grande vino pugliese è stato protagonista di una memorabile degustazione verticale: il negroamaro “Maime”, prodotto dalla azienda Tormaresca, di cui sono state proposte ben sette annate, ovvero 2001-2003-2006-2008-2010-2012-2013, quest’ultimo in anteprima, non essendo ancora in commercio.
La Delegazione barese, dunque, ha voluto puntare i riflettori sul cuore della Puglia, ed in particolare su una zona, il Salento, la cui vocazione vinicola ha interessato e anzi sedotto persino una grande famiglia come gli Antinori. Invero, fiduciosi e certi della potenzialità qualitativa della Puglia, gli Antinori sono approdati nella nostra regione, dove, con il preciso intento di privilegiare i vitigni autoctoni, hanno voluto investire nelle zone di Castel del Monte e nel Salento, dando vita alla azienda Tormaresca.
E proprio nel Salento, precisamente a San Pietro Vernotico, sorge la Tenuta Maime ove viene prodotto il vino protagonista della serata, l’omonimo rosso da negroamaro in purezza “Maime “. Ad illustrare la tenuta, i vigneti e le tecniche di produzione sono intervenuti, graditissimi ospiti, il Presidente dell’azienda Dott. Giuseppe Palumbo, l’enologo dott. Davide Sarcinella, il Direttore Sig. Vito Farella, il Responsabile Vendite Sig. Luca MIlella.
La degustazione, invece, è stata curata magistralmente dalla Prof.ssa Agnese Di Noia, sommier e relatrice Ais in tecnica della degustazione. Masseria Maime sorge lungo la costa adriatica su una superficie di circa 500 ettari, di cui 350 piantati a vite e 85 ad uliveto; le viti, che arrivano a lambire il mare, affondano le loro radici in rocce di origini calcarea a cui si alternano incantevoli spiagge.
Concepito per esaltare la potenza e la struttura del negroamaro, il “Maime” viene prodotto con uve raccolte leggermente surmature al fine di completare la maturazione fenologica (che nel negroamaro segue quella tecnologica) ed ottenere una maggiore estrazione di pigmenti e tannini: prova ne è il fitto e luminoso color rubino che financo nelle annate più vecchie vira al granato ma si mantiene ancora vivido.
In cantine le temperature di fermentazione e le operazioni di delestage e rimontaggi sono dolci per mantenere integro ed espressivo il frutto e la tipicità del vitigno. Quanto invece all’invecchiamento, il Dott. Sarcinella, ha illustrato ai presenti che ad un prima filosofia produttiva, privilegiante più l’opulenza, la “larghezza”, con periodi di permanenza in legno un po’ più lunghi, espressa nelle annate in degustazione 2001 e 2003, è seguita, per le annate successive, una nuova filosofia aziendale che predilige eleganza e “verticalità”, con permanenza più breve in legno e maggiore affinamento in bottiglia.
Con queste premesse, i calici non potevano deludere e così sono stati descritti dalla Dott.ssa Agnese Di Noia.
Il 2013, servito per ultimo, dopo il piatto in abbinamento, in anteprima mondiale perché non ancora in commercio, si è presentato di colore luminoso, rubino, esuberante il naso di frutto rosso, liquirizia, floreale di lavanda fresca, caffè e china, giovane cavaliere dal tannino fiero ma nobile, destinato ad una sicura bella evoluzione.
Rubino profondo e luminosissimo il 2012: impatto elegante di fiori, rosa, viola e spezie dolci, sottofondo di frutto dolce e maturo, sorso vigoroso, garbatamente tannico, ritorni aromatici persistenti.
Il 2010 ha mostrato un fitto color rubino, con naso fruttato e floreale, ravvivato da note decise di erbe aromatiche, al gusto morbido ed elegante, di buona freschezza.
Rubino fitto , il 2008 ha espresso un frutto espressivo e integro, caffè e note balsamiche; emozionte il gusto per l’equilibrio perfetto e armonioso.
Bellissimo colore ancora rubino per il 2006, profilo olfattivo inconsueto, disposto su note speziate, vegetali e minerali al primo impatto per poi aprirsi al profumo di frutti neri maturi; ottimo e coerente il gusto, con tannino ancora vivo ed elegante, chiude su un finale fresco e balsamico
Il 2003 ha sorpreso per la luminosità e il colore vivido; dopo l’iniziale chiusura apre a note di frutta secca, noci, e spezie, chiodo di garofano, tostatura elegante di caffè, cenni eterei che non prevaricano, svelando un frutto ancora in confettura; bel vigore in bocca nonostante gli anni, ottimo equilibrio e chiusura coerente e persistente
Infine, una vera sorpresa il 2001, con inconsuete reminiscenze ancora rubino, al naso sentori nitidi di prugna disidratata e frutta secca, tabacco e cioccolato fondente, balsamico ed elegantemente speziato e soprattutto, al gusto, per nobilissimo e fiero tannino, freschezza ancora palpabile, integrità e lunghi ritorni aromatici da fuoriclasse.
Insomma, grande consenso dei presenti per una serata all’altezza di ogni aspettativa e per un vino che rende onore al Salento e ci rende fieri della nostra Puglia.
Maria Carmela Santoro
Sommelier AIS Puglia – Delegazione Bari