Vera e propria icona del Maggio Barese, anche quest’anno è ritornato Bianca di Puglia, l’ormai irrinunciabile e attesissimo grande evento dei Vini Bianchi Pugliesi targato AIS Puglia ed organizzato dall’AIS Bari e dal suo Delegato Cav. Raffale Massa.
Il 05 maggio u.s., rappresentanti delle Istituzioni cittadine, operatori del settore, esperti e semplici appassionati giunti da tutta la Regione, si sono dati appuntamento presso il Fortino di Sant’ Antonio, dove, complice la spettacolare veduta della città e del suo mare, in un clima non proprio primaverile ma ricco di calore e socialità, più 90 cantine hanno offerto in degustazione i loro vini bianchi, complessivamente più di 200 etichette.
Nel tradizionale obiettivo di valorizzare la tipicità dei vini bianchi pugliesi, l’AIS Bari ha voluto arricchire questa sesta edizione con un taglio “tecnologico”, in particolare dedicando il convegno che ha preceduto l’apertura dei banchi di assaggio ad un tema tanto innovativo quanto intrigante, ovvero la “Viticoltura 4.0, la magia di un calice avanzato“.
Nell’ Auditorium La Vallisa, incapace di contenere i numerosi partecipanti, sulle note dell’inno d’Italia eseguito dalla Fanfara della Terza Regione Area con cui l’Ais Bari ha iniziato una proficua collaborazione, dopo il saluto del Presidente Ais Puglia, Vito Sante Cecere, la Sommelier Relatrice Ais Teresa Garofalo ha introdotto e moderato gli interventi dei numerosi esperti intervenuti al Convegno.
Brillante, competente e professionale, Teresa Garofalo è, sin dalla prima edizione di Bianca di Puglia, l’ideatrice dei temi sviluppati di anno in anno nel convegno che precede la degustazione.
Dopo aver proposto e sviluppato argomenti legati al territorio, come il mare, i venti e l’integrazione tra i vitigni autoctoni e quelli impiantati, la dott.ssa Garofalo, per Bianca di Puglia 2019, ha scelto di analizzare il vino “ai tempi di internet”, e quindi, attraverso le pertinenti domande rivolte agli ospiti intervenuti, ha moderato una interessantissima trattazione su un argomento di grande interesse pratico, ovvero le potenzialità della tecnologia interconnessa ai fini della produzione di vini di qualità.
Il tema è stato affrontato per primo dal Prof. Giuseppe Ferrara, del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, della Facoltà di Agraria di Bari, il quale ha spiegato come la “Viticoltura 4.0” è una viticoltura di precisione, la quale, sulla base delle informazioni e dei dati raccolti in vigna, consente una produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente. Essenziali a tale scopo sono gli strumenti impiegati quali satelliti, gps, droni, datalogger, e tutto ciò che costituisce il cd. “Internet of Things”, l’internet esteso al mondo degli oggetti e dei luoghi. Le informazioni così ottenute saranno poi oggetto di interpretazione da parte dell’uomo, il quale potrà decidere se e dove intervenire, effettuando le operazioni del caso, come irrigazioni, trattamenti antiparassitari, ecc, , così come per un medico individua ed appronta la giusta terapia personalizzata.
A seguire l’Assessore alla Cultura del Comune di Bari, Silvio Masellis, dopo aver ringraziato l’Ais Bari per la rinnovata organizzazione di un evento così importante per la città di Bari, ha chiarito il ruolo fondamentale che hanno e che avranno in futuro le scelte della politica al fine di promuovere l’uso della tecnologia nella viticoltura.
Per Puglia Promozione, è intervenuto il Dott. Rochy Malatesta, a sottolineare la sinergia di intenti ed azione tra l’agenzia da lui rappresentata e l’AIS, in particolare la promozione del territorio pugliese.
Prezioso e graditissimo è stato, poi, l’intervento di Michele Placido, ospite d’onore della serata. Dopo aver lasciato da giovane Ascoli Satriano, sua paese natio, il noto e amato attore vi è ritornato per mettersi in gioco in un nuovo progetto: insieme alla famiglia Volpone, da circa due anni produce vino nella Capitanata, terra di cui ha raccontato difficoltà e problemi, ma che ha promesso di valorizzare con numerose iniziative culturali incentrate sull’antico connubio tra vino e teatro.
Il Colonello Domenico Lobuono della Scuola Aereonautica Militare, a seguire, ha sottolineato l’ importanza dei droni, quale innovativo strumento per monitorare le vigne.
Ancora, il Presidente di Assoenologi Massimo Tripaldi, ha raccontato come gli enologi sperimentano la interconnessione e quali vantaggi essa apporta.
La nuovo tecnologia consente, anche a distanza, di monitorare e avere costanti informazioni, financo sul proprio Smartphone, sia nella fase di coltivazione che nella fase di vinificazione, permettendo di effettuare prontamente gli interventi correttivi necessari, anche grazie alla possibilità di condividere le informazioni a distanza.
Nicola Leo enologo delle Cantine Paolo Leo, ha raccontato dell’uso della interconnessione nella fase di invecchiamento del vino; attraverso l’uso di uno spettometro “Nir” è possibile analizzare le singole doghe delle barrique per realizzarle con determinate caratteristiche prescelte.
Giuseppe Palumbo, Presidente di Tormaresca, nel ricordare la lunga e tradizionale storia dell’azienda, ha manifestato il grande interesse verso la nuova sperimentazione soprattutto in materia di zonazione viticola e tracciabilità cartografica.
Raccontando della sua esperienza, Marianna Cardone, Presidente delle Donne del Vino,ha posto l’attenzione su un altro aspetto della viticoltura 4.0., ovvero i suoi costi in termini economici; ha infatti annunciato l’importante progetto in fase di completamento presso l’Istituto Basile Caramia di Locorotondo, teso a creare un “distretto alimentare” della Valle D’Itria, chiarendo che grazie a questo progetto le aziende vinicole operanti in questo bellissimo angolo della Puglia, tutte di dimensioni molte modeste per le caratteristiche geografiche della zona, potranno unirsi tra loro e affrontare i costi, non irrisori, della strumentazione della viticoltura 4.0.
Per concludere, il Dott. Giuseppe Baldassare, membro del Consiglio Nazionale dell’Ais, autore di numerose pubblicazioni sulla viticoltura in Puglia, ha ricordato la ricca e variegata coltivazione di vitigni a bacca bianca della regione, destinata in futuro ad essere incrementata, anche grazie alle nuove tecnologie, con i cd. vitigni minori, quali Minutolo, Maresco, Marchione, Moscatello Selvatico, sui quali si orienta sempre più l’attenzione dei produttori.
Insomma , il vino ai tempi di internet sarà imprescindibilmente e sempre più legato all’uso di dati ed informazioni condivise, pur non potendo ovviamente prescindere dalla passione e dalla intuizione dall’uomo, al quale competono le scelte e le decisioni.
In tal modo, la viticoltura 4.0, lungi dal creare vini omologati e senza anima, creerà, invece, vini unici ed originali, la cui magia si rinnoverà, sempre e comunque, di calice in calice.
Ed è proprio questa la magia che, dopo la chiusura dei lavori ed i saluti del Delegato Ais Bari Cav. Raffaele Massa, ha avvolto le migliaia di calici scintillanti sulla terrazza del Fortino di Sant’Antonio.
Qui, affascinati dal racconto dei tantissimi Sommelier Ais presenti ai banchi di degustazione, i partecipanti alla manifestazione, più di mille persone, passando dalla Daunia alla zona di Castel del Monte e quindi al Salento, hanno potuto degustare la variegata produzione di bianchi pugliesi nelle varie tipologie di produzione, dagli spumanti ai vini fermi, dai più semplici e beverini vinificati in acciaio a quelli più complessi e con passaggio in legno, tutti in delizioso abbinamento con tipici prodotti alimentari pugliesi.
Insomma, grande impegno e grande lavoro per l’Ais Bari, ma grandissimi risultati per questa edizione Bianca di Puglia, che si conferma l’unico ed imprescindibile palcoscenico per i bianchi pugliesi, a dimostrare che la Puglia è in grado di offrirne un’ ampia gamma e di sempre crescente qualità.
Maria Carmela Santoro
Sommelier AIS Bari