La Puglia esprime il suo impegno nella diffusione della cultura del vino attraverso il Primo Concorso del Miglior Sommelier di Puglia indetto dall’AIS. Nella elegante location di Tenuta Moreno a Mesagne (Br), un’antica struttura caratterizzata da alti soffitti a mattoni, secondo l’architettura delle tipiche masserie pugliesi, avvolta da suggestivi uliveti, 18 sommelier tutti in tenura di servizio, hanno condiviso questa esperienza ricca di adrenalina.
A partire già dalla mattinata si sono cimentati in una prova scritta in cui attraverso domande aperte è stato esplorato il mondo complesso della viticoltura e dell’enologia. Ha fatto seguito l’analisi sensoriale e degustativa alla cieca, attraverso l’assaggio di due vini presentati ad etichetta coperta. Cosi al termine di una prima selezione, i tre finalisti, Antonio Riontino, Simone Botega e Mariella Brogi, hanno presentato un vino esplorandone il profilo tecnico attraverso una esposizione di tipo discorsivo.
Il primo posto è stato conquistato da Antonio Riontino, che ha ricevuto la targa come Miglior Sommelier di Puglia, mentre il secondo posto è andato a Simone Botega che, per la fluenza dell’esposizione, opportunamente accompagnata da giuste pause e gestualità, ha ricevuto la targa istituita dal magazine Vinoway.com come “Sommelier miglior comunicatore del vino Pugliese”, consegnata da Davide Gangi, Editor di Vinoway.com e giurato insieme al Presidente Nazionale AIS Antonello Maietta, ai delegati delle province Pugliesi, al responsabile Nazionale della didattica AIS Giuseppe Baldassarre, ad esperti della comunicazione e della ristorazione ed al responsabile Concorsi Cristiano Cini.
Ha fatto da cornice all’ambito concorso, la seconda edizione di Puglia Perlage, la Rassegna Regionale dei vini Spumanti. La proclamazione dei vincitori è stata preceduta da una conferenza che ha trattato il tema della spumatistica pugliese. Un incontro riservato a cuochi, produttori, giornalisti, blogger, comunicatori e addetti ai lavori, moderato dal giornalista Vincenzo Magistà direttore di Telenorba.
Sono intervenuti oltre a Antonello Maietta e Cristiano Cini, Rocco Caliandro, Delegato Ais Brindisi, Vito Sante Cecere, Presidente AIS Puglia, Davide Gangi, Giuseppe Baldassarre, Luca Petrelli, Teresa Galeone, Chef già sotto l’Arco e Michele Peragine, giornalista. Sono giunti i saluti di Pierangelo Argentieri, padrone di casa per Tenuta Moreno e Presidente di Federalberghi e dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia Leonardo Di Gioia.
All’interno della discussione sono stati presentati i punti di forza e le criticità della produzione spumantistica regionale sia in relazione a quello che è stato il percorso del territorio a partire dagli anni ’70 in poi, sia rispetto alle sperimentazioni di vitigni autoctoni. Una ricerca a che si è nutrita anche della possibilità di veicolare i nostri spumanti verso il mercato estero insieme al settore gastronomico. Un modo trasversale per promuovere le eccellenze pugliesi.
Girolamo D’Amico delle cantine D’araprì ha raccontato la storia pionieristica del suo approccio al Metodo Classico con un vitigno autoctono, il Bombino Bianco, che ha poi portato al grande successo ed al riconoscimento di questi spumanti di Puglia tra i più apprezzati. Ha tenuto a sottolineare come soprattutto l’entusiasmo e il desiderio di sperimentazione hanno caratterizzato i suoi primi tentativi di spumantizzazione, caratterizzati da inizi difficili.
Ma la sperimentazione con Metodo Classico anche con altri autoctoni come il Susumaniello, ha dato grandi risultati anche alle Tenute Rubino, così come l’enologo Luca Petrelli ha tenuto a raccontare, descrivendone il percorso ed annunciando una prossima uscita nel 2018 di uno spumante che ha fatto ben 60 mesi sui lieviti.
Risultano certamente più vocati al Metodo Classico alcuni degli autoctoni pugliesi come quelli già mensionati ed il Negroamaro. Mentre importanti risultati con metodo Martinotti lo stanno ottenendo vitigni come il Moscato Bianco, il Moscatello Selvatico, il Minutolo e l’Aleatico, proprio per le loro caratteristiche e la spiccata aromaticità. È questo che è emerso dal convegno, insieme alla panoramica sulla spumatistica pugliese, che trova la sua forza nell’originalità degli autoctoni. Le mode, che non si astengono dall’influenzare anche l’enogastronomia, spingono verso un maggiore utilizzo di bollicine tutto l’ anno, e soprattutto in estate, la piacevolezza del sorso a bassa temperatura, fa aumentare i consumi. La ristorazione è il veicolo principe per far conoscere queste autoctonie e tipicità. La giornata si è conclusa con l’evento conviviale, in cui le eccellenze della gastronomia pugliese sono stati l’abbinamento a vini spumanti rappresentativi di tutto il territorio della Puglia, dalla Daunia fino al Salento. Bianchi e Rosati tra Metodo Classico e Metodo Martinotti hanno accompagnato i vincitori in un lungo brindisi con gli ospiti.
Foto credits AIS Puglia: Giovanni Tinelli
Scritto da Luigina Simonetti – Vinoway.com