Nel 2016 nasceva la prima edizione della Festa della Vendemmia organizzata in Puglia da AIS Murgia. Il ricordo e la rievocazione di abitudini che per millenni gli uomini si sono tramandati e perpetuate nelle gesta, a volte anche Attivi o spenti, i vulcani ci fanno ripercorrere ere lontane e, in molti casi, solo immaginabili. Il nostro pianeta, e la nostra penisola, in superficie sono ricoperti di montagne chiamate vulcani.
Aridi o fertili, in alcuni casi i vulcani ospitano la vite rendendola unica con i suoi frutti. Così come unico, ma al tempo stesso vario al pari dell’offerta enologica, della cucina e delle tradizioni, è il panorama vulcanologico italiano. Tre suoi grandi rappresentanti saranno i protagonisti di altrettanti racconti di quell’affascinante intreccio che è il rapporto territorio-uva-clima-uomo, ovvero il terroir: Vesuvio, Vulture, Etna.
Protagonista di ogni fotografia, dipinto o litografia che rappresenti la sua regione, il Vesuvio è il simbolo stesso della Campania. Vulcano dormiente, dà nome a una DOC che prevede una versione in Bianco, con uve coda di volpe, verdeca, falanghina e greco, una in Rosso, con piedirosso, sciascinoso e aglianico, e una in Rosato (stessi vitigni del rosso). Nota sottodenominazione è Lacryma Christi del Vesuvio, che deve il nome alla leggenda secondo la quale Gesù, dopo aver riconosciuto nel Golfo di Napoli un pezzo di Paradiso strappato da Lucifero durante la caduta agli inferi, pianse lacrime di commozione da cui nacquero poi le vigne.
Alla medesima latitudine, ma nel cuore della Basilicata al confine con la Puglia, c’è il Vulture, vulcano ormai spento. Qui l’aglianico recita in solitaria. Due le denominazioni presenti: la DOC Aglianico del Vulture e la DOCG Aglianico del Vulture Superiore. Vini di grande personalità, struttura, tannicità. Che necessitano di attesa (36 mesi di affinamento minimo per il Superiore, 60 per il Superiore Riserva) per essere apprezzati al meglio in tutta la loro austerità e classe.
Decisamente più sveglio e inquieto è invece l’Etna, il vulcano attivo più alto della placca euroasiatica (3369 mt.). Hanno tanto da raccontare l’Etna e la sua DOC omonima. Il Bianco punta soprattutto su carricante e catarratto bianco comune o lucido, oltre a piccole percentuali di altri, tra cui minnella e trebbiano toscano. Il Rosso parla la lingua del nerello mascalese (almeno 80%) che ha nel nerello mantellato e nel nerello cappuccio i suoi comprimari.
In tutta questa prefazione c’è l’anticipo di quella che sarà la nostra prossima vulcanica masterclass condotta dal Dr. Giuseppe Baldassare – Consigliere nazionale AIS, alla presenza di alcuni produttori.
Modererà il dibattito Vincenzo Carrasso – Delegato Murgia AIS Puglia e Coordinatore didattico regionale.
Ancora una volta ad ospitare l’evento sarà la classe di Masseria Il Melograno a Monopoli che per l’occasione delizierà gli ospiti con un piatto sorpresa.
Vulcanici i vini in degustazione e quindi:
Vesuvio:
Casa Setaro, Pietrafumante Metodo Classico Millesimato Brut
Cantine Olivella, Vesuvio Lacryma Christi bianco DOC
Sorrentino, Lacryma Christi Rosso DOC Superiore Vigna Lapillo
Villa Dora, Forgiato Lacryma Christi Rosso DOC
Etna
Cantine Russo, Mon Pit, Brut Nature Metodo Classico
Eredi Di Maio, Affiu Etna Bianco DOC
Fischetti, Muscamento, Etna Rosso DOC
Vulture
Cantine di venosa, Tansillo Metodo Classico rosè pas dosè
Elena Fucci, Titolo, Aglianico del Vulture Superiore DOCG
Cantine del Notaio, La Firma, Aglianico del Vulture DOC
Azienda Agricola Francesco Radino, Arcidiaconata Aglianico del Vulture DOC
La quota di partecipazione è di € 35,00 per i soci AIS in regola con la quota associativa 2024 e di € 40,00 per i non soci. Posti disponibili 80.
Un’altra occasione per esserci e confrontarsi.
Vi aspettiamo!