Grande successo per la terza edizione di “Bianca di Puglia”, la rassegna dei vini bianchi pugliesi, organizzata dall’AIS Delegazione di Bari giovedì 5 maggio scorso. Il Direttivo della Delegazione, ed in particolare il Delegato Cav. Raffaele Massa e la Sommelier Angela Giasi, anche quest’anno sono riusciti a coinvolgere istituzioni cittadine e un vasto pubblico in una manifestazione che non ha eguali in Puglia.
Nel suggestivo Fortino di Sant’Antonio, troppo piccolo ormai per accogliere comodamente le centinaia di persone accorse da tutta la Regione, più di ottanta cantine pugliesi hanno presentato i loro vini bianchi, in un’atmosfera, nonostante il clima non proprio primaverile, di calore, socialità e allegria.
Distribuiti su 20 postazioni, presiedute da altrettanti sommelier, hanno fatto bella mostra di sé più di 200 etichette provenienti dall’intero territoriale regionale, suddiviso per zone di produzione. I simboli, con i quali, in questa edizione, l’Ais Bari ha voluto riassumere lo spirito di Bianca di Puglia sono stati la pietra, il sole e il mare. Crinali e lame, pietre bianche abbagliate dal sole, rinfrescate dalle correnti opposte provenienti dell’Adriatico e dello Ionio: questi sono gli elementi del territorio pugliese che conferiscono “tipicità” alla produzione vinicola della regione.
Se ne è parlato, prima dell’apertura dei banchi di assaggio, nel convegno “Bianca di Puglia, la pietra, il sole e il mare, innovazione sperimentazione” tenutosi presso “Casa Piccinni” . Maestro di cerimonie e moderatore, il giornalista Michele Peragine, il quale, esperto divulgatore della cultura del vino e promotore della attività dei sommelier nella sua rubrica “I sommelier si raccontano” sulla rivista on-line Agap Puglia, ha introdotto i numerosi e prestigiosi ospiti.
Dopo il saluto del Presidente Regionale AIS Vito Sante Cecere, il Delegato di Bari Raffaele Massa ha sottolineato lo scopo della manifestazione, ovvero valorizzare la tipicità dei vini bianchi pugliesi e dimostrare che la Puglia è in grado di offrirne un’ ampia gamma, di elevata qualità. Gradito e apprezzato l’intervento a seguire dell’Assessore alla Cultura del Comune di Bari, Silvio Maselli, il quale, nell’esprimere la propria gratitudine a cittadini e organizzazioni, come l’Ais, attivi nel contesto cittadino, ha poi sottolineato la comune radice tra i termini “cultura” e “ coltura”, ad evidenziare che la viticoltura è senza dubbio una espressione della cultura di un territorio.
A seguire hanno portato la propria testimonianza e opinione sul tema, Davide Gangi, Direttore del portale Vinoway, Marianna Cardone per l’Associazione “Le donne del Vino”, Sebastiano de Corato, presidente del Movimento Turismo del Vino di Puglia, due rappresentanti delle cantina “Paolo Leo” e della cantina “Cantele” , i quali tutti hanno raccontato le rispettive iniziative tese alla divulgazione dei vini banchi pugliesi. Il relatore Ais Puglia, Dr. Giuseppe Baldassare, ha quindi espresso il proprio plauso alle aziende che hanno investito nella coltivazione dei vitigni a bacca bianca, auspicando un crescente impegno in tal senso, al fine di dimostrare che la Puglia, contrariamente a quello che si ritiene, non è una terra vocata esclusivamente alla produzione di vini rossi.
Il convegno si è quindi concluso con un momento di poesia, ed in particolare con la lettura di versi scritti dalla Sommelier Teresa Garofalo, membro del Direttivo Ais Bari, dedicati al vino e alla terra di Puglia. Ebbene, gli studi e le statistiche attestano un crescente consumo del vino bianco in generale. In particolare è cambiato il profilo del consumatore medio: non solo uomini, ma giovani e donne preferiscono per l’aperitivo un calice di bianco, mentre, a tavola, nell’abbinamento con il cibo, i bianchi vengono spesso preferiti perche più eleganti, meno alcolici e meno barricati.
Il vino bianco, quindi, non è più legato solo all’aspetto sociale e conviviale, ma viene proposto anche a tavola per essere abbinato e per esaltare cibi e preparazioni dalle più semplici alle più complesse. I vini bianchi pugliesi sono in grado di soddisfare tutte queste esigenze, alcuni, più freschi e beverini, potendo essere serviti come aperitivi, altri, più complessi, potendo essere serviti durante il pasto, fino ad arrivare al dolce.
Questo è quanto i presenti hanno verificato sui banchi di assaggio, con l’aiuto esperto dei sommelier dell’Ais Puglia, che hanno spiegato particolari e caratteristiche di ogni bottiglia e di ogni zona vinicola. La storia della Puglia racconta di pregiati vitigni autoctoni che, in particolare negli ultimi anni sono stati riscoperti e rivalutati, quali Bombino, Verdeca, Pampanuto e Bianco d’Alessano. La storia della Puglia racconta anche di vitigni che pur se non autoctoni sono di antichissima coltivazione nella nostra regione, quali il Minutolo, il Greco, l’Aleatico, i Moscati e Malvasie.
Infine, la storia della Puglia racconta di vitigni internazionali, quali Chardonnay e Sauvignon Blanc, che alcune aziende hanno voluto impiantare nei propri vigneti, ottenendo risultati di pregio. Ci sono poi alcuni produttori che hanno dato avvio a progetti particolari, proponendo vini bianchi ottenuti da vitigni a bacca rossa (un esempio importante viene dalla zona di Castel del Monte), o altri che hanno voluto valorizzare il territorio collinare, proponendo vini bianchi da vigneti allevati in “altura” a non meno di 300 metri( da cui il nome del progetto Alture).
In ogni caso, tutti questi vini, siano essi provenienti da uve autoctone che da uve internazionali, quindi, siano essi espressioni di tradizione che di innovazione, presentano una forte territorialità e tipicità, che nel bicchiere si traduce in sentori di frutti bianchi ed erbe mediterranee, regalando al gusto freschezza e sapidità. L’auspico, dunque, è che il nobile ed accurato lavoro dei produttori, unito alle particolarità del territorio, possano dar vita a vini bianchi non secondi a nessun’ altra regione.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Delegazione Bari