Titolo intrigante e ambizioso, e aspettative pienamente soddisfatte sabato 28 aprile a Bari, presso l’Hotel Hilton, durante il seminario di approfondimento sull’identità sensoriale dei vini rossi, superbamente condotto dal professor Luigi Moio, ordinario di enologia presso l’università Federico II di Napoli, nonché esperto del vino di fama nazionale e internazionale, al suo terzo appuntamento a Bari dopo interessanti seminari sui difetti di odore del vino e sull’identità sensoriale dei vini bianchi.
Il carisma di un grande comunicatore e la profonda conoscenza enologica ed estetica del vino hanno catturato l’attenzione di una sala gremita di sommelier e appassionati affascinati da un percorso che ha visto trascorrere il tempo senza cadute di interesse.
Ad una prima parte dedicata scientificamente e gustosamente agli aspetti fisiologici, storici, estetici ed emozionali dell’olfatto, tra rigorose molecole, aneddoti e arguzie, in una piacevolissima panoramica sempre solidamente fondata su basi scientifiche, si è passati al momento più emozionante e accattivante della giornata: riconoscere l’identità olfattiva dei vini rossi in una degustazione rigorosamente alla cieca di ben 11 vini.
Il professor Moio, come nel precedente seminario sull’identità olfattiva dei vini bianchi, pur non conoscendo l’ordine di servizio dei vini, ha magistralmente guidato i presenti nel percorso di identificazione dei tratti sensoriali significativi dei singoli vini: a partire da quelli dotati di una più precisa identità olfattiva, i vini da lui definiti “solisti”, per arrivare all’individuazione della personalità olfattiva di quelli che definisce “orchestrali”, come ampiamente spiegato nel suo già famosissimo libro “Il respiro del vino”.
Ecco, dunque, nel ruolo di “solisti” il Pinot Nero, dal timido colore ma prorompente nei suoi caratteristici profumi di cassis, ribes e ciliegia; il Cabernet Franc con evidenti note vegetali di pepe verde appena schiacciato, e il Cabernet Sauvignon le cui verdi note di peperone e di pepe si accompagnano ad un soffio balsamico; il Merlot il cui carattere erbaceo si fonde a sentori di frutti neri maturi, spezie e caffè; e il Syrah con il suo varietale inconfondibile di pepe nero, seguito da confettura di more e mirtilli.
Ammaliati dall’abilità del maestro ci si è, poi, lasciati guidare alla scoperta dei più “insidiosi” orchestrali grazie agli “spazi olfattivi” e alle “bussole olfattive”, originali strumenti ideati dal professor Moio, e dove anche la vista e l’assaggio hanno giocato inevitabilmente un ruolo protagonista. E’ stato quindi possibile ricostruire la personalità del Sangiovese dalla veste non troppo intensa ma preciso nei tipici sentori di scorza d’arancia, viola seguiti, in sottofondo, da note mentolate; la densa confettura di mirtilli e uva passa di un Primitivo fittissimo nel colore; l’intensa ciliegia e il floreale di un Aglianico sostenuto da un sorso dal piglio tipicamente tannico; un elegantissimo Negroamaro giocato su tipiche note floreali e di more, prugne e liquirizia; un imperioso ma equilibrato Montepulciano, impenetrabile nel colore, con ciliegia e mirtillo fusi a note speziate e tostate di grande persistenza; e per esclusione, ahime, un improbabile Nebbiolo, tipico solo nella sua veste scarica.
Il maestro ha, come sempre, individuato esattamente i vitigni di ogni campione tra l’ammirazione e lo stupore di tutti: la giornata, una grandissima occasione di formazione e approfondimento, si è conclusa con grande soddisfazione dei partecipanti e con la promessa da parte del professor Moio al delegato Ais Bari, Cav. Raffaele Massa, di tornare per un analogo approfondimento sull’identità sensoriale dei vini rossi di un importanti terroir francese: la Borgogna o Bordeaux? Chissà!
Sommelier Ais – Agnese Di Noia