Torna immancabile anche quest’anno l’ atteso appuntamento con i Vini del Collio. AIS BARI ha voluto rendere omaggio ancora una volta a questo lembo di terra in provincia di Gorizia, ospitando e organizzando il “Collio Day 2017”.
E così il 23 novembre u.s., nella gremita Sala dell’Hotel Hilton di Bari, sommelier, operatori del settore e semplici appassionati si sono dati appuntamento per lasciarsi trasportare in un viaggio virtuale nel territorio del Collio e nel meraviglioso panorama dei suoi vini .
Organizzato dal Consorzio di tutela dei vini del Collio, il Collio Day ha lo scopo di promuovere la conoscenza di questi vini, in uno alla storia e le caratteristiche del territorio.
E’ questa la ragione per cui la Delegazione Barese e il Delegato Cav. Lello Massa ospitano il Collio Day con sempre immenso interesse e piacere, ben consapevoli che si tratta di un territorio i cui vini, numerosi e dalla tante sfaccettature, non finiscono mai di stupire.
Per condurre, quindi, una serata che da subito si è preannunciata ricca di sorprese un pool di relatori che si sono alternati nelle spiegazioni e successivamente, in un piacevole confronto, nella degustazione: la Prof.ssa Relatrice Ais Agnese Di Noia, il Dott. Relatore Ais Francesco Campione e la Dott.ssa Sommelier Teresa Lastilla.
Situata nella zona settentrionale della provincia di Gorizia, a ridosso del confine fra Italia e Slovenia, il Collio è un territorio costituito da dolci colline puntellate di piccoli borghi e castelli, delimitato dai fiumi Isonzo e Judrio.
Tutta la zona gode di una situazione pedoclimatica di eccellenza, che unita ad una forte vocazione verso la qualità, consente a questa terra di esprimere grandi vini, soprattutto da uve bianche.
I vini bianchi, infatti, costituiscono l’80% della produzione e per lo più, altra peculiarità di questa zona, sono ottenute da monovitigno. Puliti, eleganti e complessi, i bianchi del Collio si caratterizzano per mineralità, sapidità e freschezza, in uno ad un corredo aromatico intenso e complesso.
A determinare queste caratteristiche è un felice connubio tra clima e suolo.
Nel Collio, infatti, le viti godono di un microclima ideale per ventilazione ed escursioni termiche, grazie alla vicinanza del Mare Adriatico e delle Alpi Giulie: la pendenza dei vigneti terrazzati consente, inoltre, un ottimo drenaggio impedendo la formazione di marciume.
Da ultimo, ma per ultimo, gioca un ruolo fondamentale il suolo, denominato “Flysch” o “Ponca” costituito da stratificazioni di marne e arenarie di origine oceaniche, ricco, quindi, di scheletro che favorisce il drenaggio di acqua.
Ma la natura, per quanto prodiga ha bisogno anche della mano dell’uomo per dare grandi vini, e qui, nel Collio, la viticoltura è diventata una missione.
I tanti produttori della zona, singoli o consorziati, hanno voluto attribuire valore innanzitutto ai vitigni autoctoni, ormai noti in tutto il mondo, quali Friulano, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana e Picolit; non mancano coltivazioni di vitigni internazionali, come Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio, che qui trovano una ottima espressione.
La degustazione, condotta dalla Prof.ssa Relatrice Ais Agnese Di Noia, ha consentito di apprezzare sia gli uni che gli altri vitigni.
Si è partiti da Cantina Prod. Di Cormons Chardonnay Doc Collio 201”: affinato sui lieviti per 6 mesi e poi per 2/3 in botti di rovere e per 1/3 in acciaio, si presenta di un classico giallo paglierino, sprigionando al naso sentori agrumati, di mele gialla e fragranti di lieviti, mentre il sorso è pieno, sapido, con una piacevole e lieve nota tostata.
Quindi è stato servito il Villa Russiz Pinot Bianco Doc Colllio 2016: sosta sui lieviti in acciaio, con intensi riflessi verdolini, al naso colpisce peri suoi sentori di fiori bianchi, dolci note speziate e vanigliate, mentre al gusto è fresco, con bella nota citrina e sapida, e finale ammandorlato.
A seguire è stata la volta di Livon Friulano Manditocai Doc Collio 2016: giallo leggermente dorato, con attacco olfattivo di note tostate, seguite da frutta matura a polpa gialla, fiori di camomilla e tiglio, presenta un sorso cremoso e avvolgente, reso dinamico da una buona freschezza e acidità; il nome significa “ciao Tocai” ed è stato scelto in seguito all’ esito della ormai famosa battaglia giudiziaria con l’Ungheria, in seguito alla quale in Italia non è più possibile usare l’appellativo Tocai.
Quindi è stato degustato il Terre del Faet Collio Bianco 2015: di un bel giallo dorato intenso, ha un naso complesso di frutta matura, spezie, fiori appassiti e note minerali; al palato presenta grande equilibrio ed eleganza.
A seguire è stato servito il Komjanc Simon Sauvignon Doc Collio 2016: dai riflessi verdolini, al naso presenta le classiche note erbacee, prevalenti sul frutto non ancora maturo, mentre il sorso è accattivante, morbido e rotondo, con ritorni di pompelmo.
Si è passati quindi al Castello di Spessa Pinot Grigio Joy Doc Collio 2016: bella tonalità ramata tipica di questo vitigno, al naso sprigiona sentori di mela rossa, di fiori ed erbe aromatiche pungenti, mentre il sorso è succoso, piacevole, con finale che si assesta sui toni fragranti.
Infine è stato degustato il Picech Malvasia 2016: dopo un primo attacco olfattivo erbaceo, al naso sprigiona profumi floreali di rosa e fruttati di pesca, mentre al palato è poderoso, sapido e di bella freschezza.
Ancora una volta, dunque, i vini del Collio si sono confermati vere e proprie eccellenze nel panorama dei vini bianchi italiani, regalando nuove scoperte e nuove emozioni ai sempre più numerosi appassionati.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Bari