Sulle ali del vento vola in alto la attesissima manifestazione “Bianca di Puglia 2017” ideata ed organizzata dall’AIS Delegazione di BARI.
Con il patrocinio dell’ Assessorato delle Politiche Agricole della Regione Puglia e dell’Assessorato della Cultura del Comune di Bari, il Festival dei Vini Bianchi Pugliesi giunge alla sua quarta edizione, divenendo ormai a pieno titolo l’evento cittadino che precede ed annuncia la festa del Santo Patrono.
Anche quest’anno, infatti, la manifestazione si è svolta il 05 maggio, nel contesto del Maggio Barese, confermando, così, la volontà dell’AIS Bari, ed in primis del Delegato Cav. Raffaele Massa, di essere presente nel contesto cittadino proprio nel periodo dedicato ai festeggiamenti di San Nicola.
Il palcoscenico prescelto per rendere omaggio ai vini bianchi pugliesi è stato anche per questa quarta edizione il suggestivo Fortino di Sant’Antonio dove, durante la degustazione serale, si è avuta la presenza di più di mille persone, per apprezzare più di 200 etichette provenienti da 70 cantine.
Assolutamente nuovo e di grande fascino, invece, il tema di studio e approfondimento che si è voluto attribuire a Bianca di Puglia 2017.
L’attenzione, infatti, è stata incentrata sul “vento” che, nella nostra regione, tra i vari fattori pedoclimatici influenzanti la produzione del vino, svolge un importantissimo ruolo. Se ne è parlato alle 17,30, nel sala interna del Fortino, durante il Convegno dal tema “Scirocco e Maestro: le viti spiegate dal vento”.
Dopo il saluto del Presidente Regionale Vito Sante Cecere, il Delegato Ais Bari Cav. Lello Massa ha aperto i lavori ringraziando tutti i presenti a nome del Direttivo, di cui ha sottolineato l’impegno complessivo nella organizzazione dell’evento; l’Ais Bari, ha detto il Cav. Massa, è stata e sarà sempre al fianco di tutti i produttori pugliesi che hanno inteso investire e scommettere sulla produzione dei vini bianchi.
Quindi, l’argomento specifico del convegno, è stato introdotto dalla Sommelier Teresa Garofalo, membro del Direttivo barese, la quale, con le sue riflessioni scritte in forma poetica, ha raccontato del vento e del suo rapporto con la vite: “…e così come il navigante scruta il mare, per vedere il vento girare in segno di bonaccia, il viticoltore osserva il movimento della vite quale segno di cambiamento e di ineluttabile destino”.
Infatti, bagnata dal Mare Adriatico ad est e dallo Ionio a sud-ovest, la Puglia ha sempre avuto uno stretto rapporto con i venti che soffiano e a volte sferzano coste ed altipiani: vento caldi come lo scirocco, foriero di umidità e sabbia, o venti freddi quale il maestro, o maestrale, gelido in inverno e piacevolmente rinfrescante in estate.
Le viti respirano nel vento e questo rappresenta uno degli elementi costitutivi del terroir; esso influisce sulla scelta dell’ambiente dove impiantare un vigneto; ancora condiziona forma di allevamento; riduce le possibilità d’insorgere di alcuni parassiti; determina un adeguato livello di umidità nell’aria scongiurando pericolosi ammuffimenti durante il periodo della fioritura.
Insomma, ogni vino è il racconto del proprio vento con il suo carico di significati e leggende.
Numerosi sono stati gli esponenti del mondo del vino, intervenuti per raccontare testimonianze ed esperienze, tutti introdotti dal dott. Vincenzo Magistà, Direttore TG Norba.
Ha esordito il dott. Giuseppe Baldassarre, medico e Sommelier, il quale ha ricordato che in Puglia, terra di passaggio di numerosi popoli, si registra la presenza di molti diversi vitigni a bacca bianca, divenuti nel tempo autoctoni, la cui valorizzazione rappresenta una enorme risorsa.
Analogo concetto è stato espresso dal dott. Alvaro Pecorari, graditissimo ospite, produttore e titolare della cantina Lis-Neris, quindi esponente di una Regione, il Friuli, che produce bianchi di eccellenza; invitato per un confronto con i produttori pugliesi, ha detto di non avere consigli da rivolgere loro, se non quello di concentrarsi sui vitigni autoctoni, abbandonando inutili modernismi, valorizzando con orgoglio la tradizione pugliese.
Ed è ciò che ha raccontato di aver fatto il dott. Giuseppe Angiuli, enologo, produttore dell’omonimo moscato secco; la sua scommessa è stata quella di vinificare un antico clone di moscato, allevato ad alberello in un piccolo appezzamento di Gioia del Colle, ottenendone un moscato secco da abbinare ai crostacei, oggi apprezzato fino alla Nuova Zelanda, e conosciuto, spiace dirlo, più dai turisti che dai pugliesi.
A seguire il dott. Antonio Tullio Cataldo delle Cantine Kandea ha raccontato come, dopo aver fatto vari esperimenti, le condizioni pedoclimatiche della Puglia, in particolare il vento e il sole, lo abbiano indotto a scegliere la nostra regione, nello specifico la Daunia, preferendola a Campania e a Basilicata.
E seppure per caratteristiche diverse, il dott. Lino Carparelli, personaggio simbolo dell’enologia pugliese, ha scelto un’altra famosa zona pugliese, ovvero la Valle d’Itria, per dar corso al progetto “Vini d’Altura”, ottenendo eccellenti risultati ed in particolare vini bianchi che, a differenza di quanto avveniva qualche anno fa, possono essere conservati e bevuti nel tempo.
A seguire la dott.ssa Marianna Cardone, Presidente de Le Donne del Vino, ha innanzi tutto ringraziato l’Ais Bari per il supporto nella promozione dei vini bianchi pugliesi; la Puglia del vino sta crescendo soprattutto grazie al turismo, e ciò vale soprattutto per i bianchi, le cui caratteristiche di freschezza e godibilità lo rendono il vino dell’estate.
Ancora di turismo ha parlato il dott. Sebastiano De Corato, Presidente MTV Puglia, il quale ha definito il vino come una cartolina della nostra terra.
E infine il dott. Giuseppe Di Gregorio, rappresentate di Assoenologi, ha raccontato del lavoro in cantina svolto dagli enologi, diretto a valorizzare il terroir e le sue peculiarità.
Non è mancato, poi, un momento di ilarità grazie alla presenza di Emilio Solfrizzi; con la sua nota simpatia, l’attore barese ha raccontato di essere testimone di due volti della Puglia: quella che lasciava anni fà per cercare il successo altrove; e quella odierna, conosciuta, apprezzata e vincente in tutti i settori, e così anche in quello del vino.
Calate quindi le ombre della sera, ha aperto i battenti la degustazione.
Ventiquattro sommelier, otto banchi per i vini, otto per il food e otto per mansioni varie organizzate: questa le forze in campo spiegata per la manifestazione. E ancora, centinaia di calici, carichi di riflessi giallo paglierino o dorato, ricchi di sentori fruttati e floreali, freschi e piacevoli al palato: così, baldanzosi e vibranti, testimoni del terroir, si sono presentati i vini offerti in degustazione, resi vivi e reali dal racconto sapiente dei sommelier.
Infine, come per magia, qualche folata di vento, indiscusso protagonista di questa edizione, per dire a tutti arrivederci a Bianca di Puglia 2018.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Bari